Brasile: capoeira, churrasco, agua de coco… e poi caipirinha, Copacabana, Rio e il suo carnevale…
quante cose che ci vengono in mente! Si potrebbe parlare per ore della ricchezza che questo paese (e il suo popolo) hanno da offrirci: basti pensare che il Brasile è il quinto stato del mondo per superficie totale, vanta quattro fusi orari (da GMT-2 a GMT-5), nonché la presenza di una delle foreste più estese e ricche di biodiversità del nostro pianeta, la Foresta Amazzonica. Possiede valuta, lingua e cultura diverse dalla nostra, e proprio per questo può offrirci un ottimo spunto per una diversa visione del mondo. Oggi vorrei portarvi con me in uno dei posti a me più cari del Brasile, ma che forse molti di voi non hanno mai sentito nominare: Sao Josè dos Campos. La cittadina dista circa un’ora da San Paolo, ed è sede del maggiore complesso aerospaziale dell’America Latina (Departamento de Ciência e Tecnologia Aeroespacial), nonché dell’Embraer, terzo produttore di aerei civili su scala mondiale, dopo Airbus e Boeing. Ma non è di aeronautica ed ingegneri che parleremo oggi, bensì di alcuni parchi e della loro valenza storica, culturale e paesaggistica, e sono sicura che non ne rimarrete delusi. Pronti? Cominciamo!
Parque Vicentina Aranha
Partiamo con un ‘piccolo’ gioiellino, nel cuore di uno dei quartieri più eleganti della città. Che poi,
tanto baby questo parco non è: con i suoi 84.500 metri quadrati sarebbe in grado di contenere
sette volte la Piazza del Duomo di Milano! Ma i numeri non finiscono qui: con l’ottanta percento
della sua superficie ricoperta di aree verdi e sentieri, Vicentina Aranha pare proprio una foresta
pluviale in miniatura. Percorrendo i suoi viali, la sensazione prevalente è quella del sentirsi
immersi in una natura verdeggiante, rigogliosa, viva; ed è forse proprio per questa ragione che il
parco riceve una media di settantamila visitatori al mese alla ricerca di pace e benessere.
Il parco deve il suo nome a Vicentina de Queiros Aranha, dama del XX secolo divenuta famosa per la sua campagna volta alla costruzione di un sanatorio dedicato ai malati di tubercolosi dell’epoca.
Considerando il trattamento per la cura e l’alta mortalità che contrassegnava allora la malattia, era necessario collocare il sanatorio in una città prossima a San Paolo: oggi come allora, Sao Josè dos Campos si rivela punto strategico di connessione con la grande metropoli. In aggiunta, Sao Josè era considerata salubre per il suo clima. Con il progetto di un noto architetto brasiliano, Ramos deAzevedo, tra il 1918 e il 1924 la città vide la costruzione del suo primo sanatorio, di cui parte degli edifici restano ancora conservati all’interno del parco. Nessuna scelta fu lasciata al caso: ogni pianta venne accuratamente selezionata per le sue peculiarità, come eucalipti e bamboo, considerate ideali per proteggere i pazienti dai venti freddi. L’area edificata prevedeva molteplici strutture tra cui un’ampia sala da pranzo, una dispensa, bagni e lavabi adiacenti ai letti. Era inoltre presente un ballatoio coperto ad uso esclusivo dei malati durante la ricreazione, nelle ore di riposo o per una camminata. La cucina era collocata al centro, così da poter soddisfare le esigenze di tutti i padiglioni. Allineata con l’edificio principale vi era la cappella, ad oggi ancora conservata, dedicata a Nossa Senhora de Lourdes, punto di ritrovo delle suore della congregazione di Sao Josè che lavoravano nel sanatorio. Nel 1929 il complesso aveva una estensione cinque volte maggiore di quella dei giorni nostri: con i suoi 488.000 metri quadrati, l’edificio arrivava a lambire il ruscello Vidoca. Dal punto di vista funzionale l’ospedale venne riconosciuto come uno degli spazi più
completi e meglio allestiti; successivamente, tale importanza conferì non solo all’edifico, ma
persino all’intero quartiere il nome di Zona Sanatorial. Le sue attività per la cura della tubercolosi proseguirono fino al 1960; infine, dopo essere divenuto hospital geriátrico negli anni 80-90, Vicentina Aranha vide il suo declino. Ad oggi, il parco è patrimonio storico sotto la tutela di COMPHAC, ovvero il consiglio municipale di preservazione del patrimonio storico, artistico, paesaggistico e culturale della municipalità di Sao Josè dos Campos, e di CONDEPHAAT, ovvero il consiglio di difesa del patrimonio storico, archeologico artistico e turistico dello stato di San Paolo.
Vicentina Aranha ha riaperto al pubblico nel 2006, e dal 2011 diversi sono i progetti volti al
restauro e alla preservazione del patrimonio storico del parco. Prima attorniato da mura, oggi il
parco vede il suo perimetro recintato da cancellate, con l’ingresso principale su rua Meireles de
Morais. Il Vicentina, tuttavia, non finisce di stupire. Oltre al patrimonio storico, il parco è una vera fucina di attività gratuite: la programmazione culturale spazia dal cinema al teatro, dalla danza allo sport, da lezioni di musica a concerti. Nel parco è presente un’area attrezzata per l’allenamento e all’ingresso vi sono numerose fontanelle per potersi abbeverare. Tutto qui rievoca benessere (e devo ammettere che una corsetta in mezzo alla folta vegetazione brasiliana ha un non so che di suggestivo). La domenica poi, potreste imbattervi in un mercatino di artigianato e bigiotteria
locale e passeggiare tra le bancarelle a suon di musica tipica brasiliana, magari ristorandovi con
quell’agua de coco presa al chioschetto del parco, sorseggiata direttamente dal frutto!
Parque Roberto Burle Marx (Parque da Cidade)
Abbiamo capito una cosa: se i brasiliani vogliono un’area verde, state certi che non si
accontenteranno di una striscia di terra. Ecco il parco della città (parque da cidade, appunto): con i suoi 960.000 metri quadrati è l’area verde più estesa di Sao Josè. Paragonato ad un suo illustre
‘collega’, è cinque volte il Parc Guell di Barcellona.
Anche questo parco risuona di storicità. L’area infatti faceva parte di un’azienda di copertoni di
inizio XX secolo di proprietà di Olivo Gomes. Inaugurata da portoghesi e brasiliani nel 1925 ed
ispirata al modello europeo di quel periodo, la fabbrica fu una delle prime grandi attività industriali di San Josè. Alla fine del 1940, vantava una produzione annuale di 4 milioni di copertoni e una forza lavoro di 4000 operai, di cui 2500 vivevano in città; ed è proprio in nome di questi ultimi che si progettò un complesso fabbrica-residenziale.
Un protagonista di questa vicenda storica è sicuramente Olivo Gomes, che da ex- contadino
divenne, all’inizio degli anni Trenta, il proprietario della fabbrica. A lui si deve la residenza Olivo
Gomes, costruita nel 1951 grazie ad una collaborazione tra l’architetto Rino Levi ed il paesaggista Roberto Burle Marx. La casa rappresenta uno dei massimi esempi di modernismo brasiliano nel campo dell’architettura: ne sono testimonianza i molti pannelli di vetro e le colonne all’interno, nonché il voler armonizzare tra loro dimora e natura circostante, come due parti imprescindibili l’una dall’altra. Dal 1996 la residenza è sotto la tutela di COMPHAC, che ne preserva il patrimonio paesaggistico e storico: ne è un esempio la passatoia, praticamente la stessa dei tempi
dell’azienda. Sulle pareti sono presenti molti dei dipinti realizzati negli originali di Francisco Rebolo (lo stesso creatore, per intenderci, dello stemma del Corinthians). Ad oggi, la residenza Olivo Gomes è visitabile, così come il farfallario e il museo del folklore presenti all’interno del parco. Da buona area verde, Parque da Cidade possiede un grande assortimento di flora e fauna; basti considerare le duecentododici palme imperiali, o i numerosi animali quali diverse specie di uccelli, o anche scoiattoli o capibara, tipico roditore dell’America Latina. All’interno del parco vengono inoltre proposti diversi eventi culturali, quali la Festa do Mineiro ad aprile, la festa das crianças (=bambini) ad ottobre, o la festa de Natal. Numerose sono le attività sportive, nonché le corse organizzate, come la corrida Bradesco.
Praça Riugi Kojima (Praça do Torii)
Da ultimo una chicca della città, ovvero Praça Riugi kojima, una delle piazze più simboliche e
suggestive di San Josè, allestita con un giardino in stile nipponico - brasiliano di circa 9000 metri
quadrati. Inaugurata il 28 giugno 2008 per commemorare il centenario della prima immigrazione
giapponese in Brasile, la piazza deve il suo nome a Riugi Kojima, ingegnere che morì nello stesso
anno, mentre era in carica per il secondo mandato consecutivo come viceprefetto della città.
L’area presenta alcune costruzioni tipicamente nipponiche: l’imponente Torii (ovvero il
tradizionale portale d’accesso che, secondo la tradizione, conduce ad un santuario shintoista o ad un’area sacra), un altare, alcuni ponticelli in stile giapponese, nonché le tipiche lanterne. Nel
giardino si possono trovare piante sia orientali che occidentali, quasi a rappresentare l’unione e
l’armonia tra Giappone e Brasile. La comunità giapponese stessa si prende cura del mantenimento
del parco. Personalmente, trovo molto suggestiva la presenza di questo piccolo giardino in mezzo ai palazzoni: consiglio vivamente di passare a dare un’occhiata!
Articolo scritto da Cristina Erbeia (Instagram https://www.instagram.com/criii.erby/)
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